Marilina Ciaco
Tre testi da Gli anni del disincanto
Primo doppio
ho incontrato troppo tardi le persone per poterle amare
ho incontrato troppo tardi le persone per poterle non amare
arriva un giorno, è tardi
le persone sono arrivate e così se ne vanno
uno dice non me l’aspettavo
l’altro dice c’era da aspettarsi
tempo impiegato per: quello che non sono
altro tempo per: la vita da immaginare
la storia di una vita è una storia delle grammatiche
quelle che impari e quelle di cui non sai liberarti
*
Secondo doppio
come serpenti che si mordono la coda
siamo stanchi per strisciare
disponiamo le ossa in cubi perfetti
al piano interrato della prossima casa
adesso la casa è aperta, in casa non c’è nessuno
diventa chi sei: cannibale o ghiaia
si logora negli anni, s’ischeletrisce
si disfa, s’incista, più spesso ricompone
la maschera diurna che ci rende mansueti
oggi ho visto di nuovo la luce tagliarti in due
non ho più molte cose da dire
questa testa è abitata da un numero imprecisato di mosche
nel sogno eravamo assediati da androidi che ci somigliano
ci stavano di fronte, a ciascuno il suo
qual è il tuo desiderio più grande?
*
Terzo doppio
mi sono svegliata bella come una carcassa
che le mosche ti ronzano intorno ma perché sei morta
se eri viva se ne stavano bene alla larga
delle porte ho sempre apprezzato
il neon verde della scritta: uscita di sicurezza
tra le altre cose da una carcassa
non si genera niente se non si sfascia
mi sveglio bella come un portamonete
come una sagoma di carta
quando hanno visto la terrazza al nono piano
hanno detto soltanto: è molto alto qui
le mosche non sono di questo parere
saranno loro a indicare il posto
sopra o sotto