Testi di Carlo Sperduti
Carlo Sperduti
Due inediti
Domestiche
Inizia con un piatto. La spugna, dalla circonferenza, centripeta di schiuma.
Un suono elettronico a distrarre, la presa allentata. Il piatto sul cotto esagonale e le mani in frantumi.
Continua a gocciare porcellana, a sporcare il piatto, il cotto intorno, i polsi interrotti scogliere da cui precipita il finora.
Sciogliere.
Il cane dal trauma infantile.
Rimasto da solo nel giardino della villa per un mese, una vecchina a portargli da mangiare, senza contatto, due volte al giorno. È diventato aggressivo.
Quando il ragazzo rientra di notte, quando infila la chiave nella toppa del cancelletto pedonale, di fianco al carrabile, il mezzo giro attiva il cane che gli corre incontro ringhiando, puntando coi denti ai polpacci.
Gioca a sbranare. Il ragazzo gioca ai calci in pancia. Qualche buco nella carne, qualche risuono nella gabbia toracica del cane.
Rientrare lottare.
Se dall’interno apre la porta sul giardino si trova nel giardino. L’ansimare del cane, ancora rientrare.
I moncherini del padre aguzzi, da limare, depilare le stoviglie.
Rispondere ricerche.
Confinandolo nel giardino di sotto, reti a impedire le scale, l’inquinamento acustico del cane sopravanza il disagio dei suoi attacchi. Gli si restituisce il libero accesso a ogni area attorno alla villa.
Arriva l’inverno, ci si rifugia nel camino dando fuoco al tinello.
Vivere continuare.
Il ragazzo dal cancelletto s’avventa sul cane che scalcia, punta alla gola, gioca alla lotta. Riesce ad azzannarlo, continua, lo mangia finché può. Ne lascia a terra più della metà. Non lo porta in casa, non lo conserva in frigo, non lo cucina.
Rientrare sprecare, tutto da pulire.
Insolvenza
Ancora grattacieli spontanei in giardino: li puoi osservare dalla finestra della cucina, mentre lavi i piatti, le spalle al tavolo e al tagliere: un quadretto, se una camera ti riprendesse da dietro, con questa luce tenue e il sole di taglio, calante, le sponde sulle vetrate tra i gambi degli edifici, i tronchi che quasi s’ingrossano a vista d’occhio.
I microbombardamenti vanno diradandosi come da annuncio postale: s’interromperanno per debito, sicché il giardino non viene mai liberato del tutto e anzi andrà peggiorando fino alla saturazione: solo qualche crollo o piccola catena di abbattimenti, timide azioni a contenere, personaggetti precipitanti da piani a due o tre zeri, minime poltiglie fra gli steli delle rovine che non bastano neppure a fare melma, non segnano il tempo. Ecco che ne spunta un altro: un cucciolo di storage building tutto orizzontalità, sperso tra afflati gotici che non gli appartengono.
Dalla cantina incominciano i tonfi: prevedi nuovi lividi alle pareti ma non hai le giuste corde in gola per sgridare l’avvocato Ferretti, incatenato sbaglio sotterra. D’altra parte Ferretti non possiede energie bastanti a ferire davvero la casa, a tentare di essere partorito: segregato si autosfianca e tutto quel che puoi fare è mantenerlo in previta tra un cliente e l’altro per non incorrere in sanzioni.
Da un eliporto a ovest va coprendo il giardino per avvicinamento un velivolo da cui Goliarda si lascia cadere centrando la serratura, mentre la visione torna: ultimi giorni di campo largo. Bisogna impedire a Goliarda il suo tic boccale, quel suo spalancamento risucchiante che ha già divelto quattro imposte e un sanitario: le lanci una mano in bocca, appena in tempo: quella si chiude a tacerla e l’altra continua al lavello.
Quando l’uomo soglia entra nell’inquadratura vorresti svegliarti ma l’hai già fatto, casa causa pausa paura.
Testi di Giulio Marzaioli
Giulio Marzaioli
da Un giorno
(inedito)
Alle volte accade che uno dei due corpi si trovi senza orientamento all’interno dello spazio notturno. Laddove confidava che permanessero come punti cardinali una gamba o il piede del corpo altrui, trova invece un cuscino, il lembo di una coperta, la superficie liscia di un lenzuolo. Evidentemente il sonno ha consentito che non fosse rispettato l’accordo di affidarsi alla notte, purché assieme. La scoperta dell’altro corpo rannicchiato al lato estremo del materasso interrompe il flusso dei minimi eventi notturni (il passaggio di un’auto, un cane che abbaia dal giardino del palazzo di fronte, il bagliore di un lampione che muta di intensità). Qualora tali eventi continuino ad accadere, essi non trovano comunque echi o riflessi all’interno della stanza. Occorre che i due corpi riprendano un contatto perché gli eventi tornino a circolare.
*
Quando la stanza non è sufficientemente convessa per trattenere il sonno o quantomeno la distrazione di un risveglio, la percezione viene dislocata laddove qualcosa di più emergente accade, ad esempio su piano strada. In questo caso non è tanto il passaggio di un’auto o di una moto che ci trattiene, e d’altronde non potrebbe essere altrimenti, data la fugacità di quei transiti. Magari è l’albero su cui molti hanno svuotato la vescica e anche adesso qualcuno approfitta e viene sublimato soltanto l’effetto sonoro di uno scorrimento; neanche la strada si scompone, confidando nella pioggia. Oppure il rovistio sommesso di un gatto tra i sacchi della spazzatura lasciati a terra o ancora una busta vuota mossa da raffiche di vento che delinea nello spettro delle frequenze notturne ogni inizio del suo moto e ogni ricaduta a terra. Sono campi gravitazionali che rischiano di piegare le pareti della stanza e far scivolare tutto nella loro temporanea centralità, se non fosse per l’estremità di un piede che, inconsapevolmente improvviso e delicato allo stesso tempo, sfiora una gamba del corpo altrui. Il perimetro è ridefinito, siamo ancora dentro la stanza.
Testi di Michele Marinelli
Michele Marinelli
Dieci testi
land’s end
per quanto possibile, tutti coloro che, vengono, divinità, ventole, immagini, cosa è andato, passi a posto per mangiare, melodie, in alcuni casi appeso a un piede.
*
Bright light, big c.
diventa fibrillante, perché, poi è chiaro, queste esperienze si portano, anche.
*
aw
il gioco è fatto, impermeabile, far sì dovrebbe e dire: all wrong, ancora: codice, singolo, ragionevole, economico super, per tutto è permesso, (in spite of me), pilastri, stanza sul retro,
qualcosa di così strano, non freddo.
*
@wt
la soluzione ideale per incontri pubblici, eventi culturali, politici, consigli comunali o per partite di calcio, pallav
*
It
impianti di COLLASTIN, rapporti emozionanti, contrario al fare. la scadenza, l’abolizione, vogliamo azionare l’italiano. stasera facciamo i chiodi.
*
Shake
ancora (è tutto, ritiene) ha dovuto trovare quel baud speso poiché sembrava doppio triplo come i terzi sulla vecchia vaniglia che fa funzionare un numero significativo di dei, dio li vieta ma nei programmi ancora un altro insetto degno di inclusione, in effetti nessuno fa altrimenti ma ciò nonostante nonproblems la posa semplice paga, la vostra esposizione è parte inferiore: istinto naturale – voluto chiesto un lampone – non è l’uscita esce ha – chiarito il tema.
*
Hi
quando – no – out of out – taglioritaglio – ho e chiedo – all’uomo la cura plunger – lontano da casa old lady isle – ciò che mi spetta – assillo – I will I will I do I do.
*
83
per che cosa vuoi. sto parlando degli anni. poi comunque: le reti, le sensazioni, appena come liquore, molto più. là è normale. al massimo del legno.
*
2°
Jesus comincerà a credere –
descritto l’asse – 2° sett –
fare questo è mente – e talvolta –
SUBMIT
KILL
*
Exif
Purtroppo non è stato trovato nessun documento con il testo indicato.
- Assicurati che tutte le parole siano state scritte correttamente.
- Prova a diminuire il numero di parole in caso di ricerche estese.
- Prova a cambiare i termini di ricerca.
- Utilizza termini di ricerca più generici.
Testi di Alberto D'Amico
Alberto D’Amico
Talune poesie
(inediti)
sì ma è una bella giornata
oggi ho comprato questo articolo
molto interessante
su di lui non lo sapevo ma
che mi fa impazzire i profili perfetti
per la prima volta che non ci credo ancora
non mi ha risposto al tweet precedente
***
grazie è una bella giornata oggi
pomeriggio alle ore di matematica non mi hai
detto tu sei una forza della natura e poi
non so che è il tuo numero in privato
il mio amico di tutti noi abbiamo già finito
il libro che mi piace molto bello
che ti piaccia il suo libro di torino
è una delle cose più importanti per
la prima volta che non ci credo ancora
non mi hai dato un bacio sulla fronte
e poi
non mi ha risposto prima di andare al concerto
***
non lo è una bella giornata oggi pomeriggio
vado al concerto di un po’ più tardi a scuola
***
ma non è un po’ di tempo fa mi re do re mi fa impazzire
ma non mi hai detto che mi piace molto il tuo
numero uno
***
sì sì una volta il tuo profilo e mi ha fatto un sogno
è un altro che la tua bio è bellissima
***
stasera è stato bello che sei una persona
con cui si parla della sua vita privata di più
di una volta che la cosa è successo con la sua famiglia
di te non mi hai detto che è il giorno dopo giorno
prima volta che non mi ha fatto sapere più niente
***
non mi hai detto tu che dici che mi fa male
il tuo invincibile era una battuta che mi fa pensare
a una mostra collettiva che è il giorno prima del concerto
***
come facciamo a smettere,
non sono riuscito a completare l’incarico di presidente del municipio
per me non mi hai dato un senso alla vita
e poi ti scrivo dopo aver letto la mail di conferma
per la prima di andare al cinema
***
e io non sono
un bel tipo
ma invece mi rallegro
sempre più
nel giorno mesto
nel meriggio futile
Testi di Silvia Tripodi
Silvia Tripodi
EXADE
(inediti)
Che un gatto non sarà mai il mio schiavo
Che un gatto infreddolito vuole essere avvolto in una coperta
Io però non sono la polizia morale
La polizia morale è giunta rapidamente
Tu e la tua invidia
E la tua frustrazione
E la tua esclusione
Facciamo la polizia morale
Facciamoli sentire dei vermi
Noi però siamo d’altro canto il bene
Quanto sei posseduto dal demonio
Quanti spiriti maligni ti abitano
La polizia morale è giunta anche per liberare
La casa
Legano mani e piedi
Con un filo elettrico
Aspettano che sputi dei chiodi
Sono forse la frustrata di turno?
Ho garantito alla polizia morale una zona d’interesse
Dammi un commento posato
Civile civilmente critico
L’isteria del microfono implicito
Le stereotipie degli enunciati
La formattazione degli eventi
La catalogazione
La convenienza di un certo uso dei nomi
La scomparsa a tratti o progressiva
Degli aggettivi e dei pronomi
La rinuncia al dolore
Se sale sul mio petto
Mi ha scelta
Invece se sale sulla mia pancia e inizia a saltare sul ventre
vuole con ogni probabilità provocare un trauma ai miei organi
Per controllare uno scanner deluxe devo
Innanzitutto essere in grado di attraversare la notte
Passare la notte attraverso un fendente
Osservare la sua coda da molto vicino
Aspettare che si sieda sul mio petto o che stia in posa fissando il buio
Restare immobile, sussurrare principessa, vita mia, sei la mia vita,
ti amo, sei tutto per me, senza di te sono niente, non ti lascerò mai
Continuare a rimanere immobile
Staremo insieme per sempre
Sei bellissima, lo sai?
Aspettare che si sieda comodamente sul mio petto
Quindi entrare in dormiveglia
Farle sentire il mio cuore mentre la sua coda è sulla mia faccia
Assicurarle il mio corpo
Non potere in alcun modo recidere questo sodalizio
Percepire il tempo come una funzione dei bisogni
Immaginare un inverno nucleare
Che cosa vuoi portare nel mondo
Una percentuale di allegria
Di altruismo
Una quantità di bene
Un peregrinare attraverso l’allegria, l’altruismo, il bene
Puoi portare indifferenza, molta delusione, chiusura a braccia conserte,
Lo stretto necessario o il male
sputare chiodi dalla bocca perché vuoi essere il maligno o se sei istruito essere Faust
Divenire un essere proustiano
Mentre i soldati sono al fronte da due anni lontani dalle loro famiglie
Peregrinare attraverso le campagne danesi
Essere un gentiluomo di corte
Morire per dormire
Affilare un nudo pugnale
Essere una minaccia esistenziale
Costruire un RS-28 Sarmat
Morire per dormire
E con quel sonno poter calmare i dolorosi battiti del cuore, le offese naturali di cui è erede la carne
Prima dell’alba essere un fantasma
Vuoi forse consigliarmi di farmi suora?
Vuoi portare al mondo la tua capacità di intermediazione
Di interpolazione
E a seconda di come è disposto il vettore nello spazio
lo spettro si muove per trarre il massimo vantaggio dalla paura
Il suo moto in una o due dimensioni
Descrive l’andamento armonico del serpente
Siamo caduti più in basso come le cascate
Cercando di prendere il volo sopra queste case
Qualcuno è precipitato all’interno di una relazione di apprendimento
Un testo di Luca Zanini
Luca Zanini
Gestalt
(Estratti)
Lo scatto
Brevissimi spesso
Plot
Dentro a
Una recensione poi una
Catalogato e stato
[. ]
Minimi o
Poi
Scatto alla risposta
-andare in cadenza
Rintracciabile – e
Rilasciano per H
Nel [settantuno]
S’inceppa mostra un dettaglio
Negli anni seguenti
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Perimetrali ma
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Perde] [pressione
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L’Ottocento
Arriva il gelo fanno i capannoni
Dove insegnano il metodo
I capannoni persi nel
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TV quando telefonano chiedono
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Lettera H muta
Caro collega
Il focus le gabelle per
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Pesticidi e rame ristagni Ma era pensabile un
Multicentrum un]
Rubinetto rotto] [rogna
Si sono rotti durante l’offerta non]
Durano
Danno gelo
Rane omelettes
Varianti del gergo: il geometra di
Nantes
Getta i vertici nelle pozze quelli
Delle réclames del governo al
Mercato di una segnalazione provvisoria spesso come
Inizio settanta poi la
Punteggiatura
Hugo a puntate poi
Comprano cibo e giornali
Ha scritto negli anni
Cercare il pezzo
Kirchner di passaggio li perdeva
In caso di polvere ripeteva polvere
Arriva Bolkestein
Tutto ma ripetuto
Riparato poi lo
punge l’idrolitina
Un bilico a rovescio
Il vino lo tagliano fanno]
Tagliandi [Kirchner ist den meisten unbekannt, ebenso wie die Namen der Bäume und der Hotels außerhalb der Mauern [non è possibile utilizzare il Servizio siamo senza
Spiacenti
Traduttori
Sponsor
Rucola
L’incredibile perdita
Di peso
Se ripete
Mescola
Minimizza i] [
Muscoli pop
Ripetere rip.
Dopo il] [rip.
giocare col mondo
trovato il pezzo
La cathédrale col piombo
il giro di pochi secondi tutto
Ma ripetuto
Il vino
Fatto nuovo con
l’idrolitina scoppietta]
Qualche anno fa
Non arriva
S’inceppa nomi con
lettera d’accompagnamento manca
un finale
l’effetto Della
formaldeide
Un fondale
finalizza forbice
barchette
-senza posa accanto
tra le due economie l’
Obice la
patria pilotata dietro
la collina best
Off
Danno un extra
Se regge
Intimi
Scaduti la
Data dell’inizio. – coincide allora
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ripetetere
rip. se
non coincide default un
Catastrofe francese apostrofo
Finale sente
Lo vedi come
Assente
Credere che l’auditel poi
Tutto il crepaccio
Tutte le pieghe
Tartini in opera
Tutto precipita si avvertono
I clienti
Così non stonano
Digitare 1
Trattini
Torna all’inizio tempo delle
Lavanderie a gettone] [così
Non dormono] [anche se si muove o fluttua modifica] l’orizzonte nel cristallino si può unire] i punti dopo aver lasciato la sciarada arretra ha colmi misurabilissimi impossibile un decumano passante e] volano gli stracci con l’absesto i citofoni dopo la battaglia spenti
non sia identificato che
due corpi sopra – a
barre fabbricato A
Londra per ragioni di mercato flessibile
Testi di Alessandro Broggi
di Xxx
Alessandro Broggi
Sì
(Estratti)
Si presentano qui in anteprima alcuni capitoli del nuovo testo dell’autore, séguito “ideale” di Noi (Tic, 2021; 3a ed. riveduta e corretta in preparazione).
Quarantuno
Al centro degli scorci, orlata da inesauribili eventi, qualità, relazioni, costellata degli enti e dei prodotti di cui ciascuno si interessa o che trascura in base ai propri vezzi, tesa all’arco di chissà cos’altro: per il labirinto urbano del mondo curiosa di snodi e scoli, installata nella dispersione delle parti o nei tuoi propri andirivieni; che sia un annegamento materiale che non ti costi la vita, che si tratti della gratitudine che accompagna le interazioni a cui partecipi o dei prossimi episodi che hanno a che fare con la tua disposizione di fronte alla totalità delle cose, sfrangiati in congiunture affollate ai margini del buio… Epperò non recitando più la parte di quella che si identifica, che si confonde, che crede nel tempo o che qualcosa sia importante; facendoti sconti senza condizioni, strada facendo, secondo le necessità che incontri, senza scapiti e con orgasmo. Come avviene per tutto ciò che è vivo: smarrendoti e ritrovandoti a perdita d’occhio come seguendo il filo di un’idea sfuggente…
Dinnanzi a te prominenze si mutano in nervature, nervature sono volte in montanti e connessure: bave e pigmenti, percolati e grane, colori diversi sullo sfondo di altri colori ancora, il repertorio di ciò che esiste scandito nell’alternanza delle forme… L’avvento degli oggetti comuni, il consenso che viene loro accordato, il loro assortimento, la loro compagnia e moltiplicazione; la visione condivisa del mondo attraverso la luce da loro emessa e riflessa: una sintassi rassicurante, una nicchia riparata.
«Ecco, posso addensarne o fluidificarne l’impasto, districarne o consolidarne le concrezioni. Si profilano consistenza, struttura, le sagome dei contorni, si dispongono dimensione e orientamento. Come sono in grado di andare verso ovest o verso est girando ripetutamente il globo in modo indefinito, ma posso procedere verso nord solo fino al polo dopo di che devo necessariamente andare verso sud, così mi è dato toccare un oggetto ruotandoci attorno senza sosta nella stessa direzione, ma se quando ne seguo le forme giungo alla sua estremità superiore e desidero continuare ad accarezzarne i contorni, posso solo tornare verso il basso»… E potresti pure mandarli in frantumi questi oggetti, applicare una forte pressione sulla loro conformazione originaria, porre fine a un determinato ordine di cose facendolo regredire a una condizione caotica…
Quarantadue
Sei implicata nei tuoi usi; levigate, messe a dettaglio, passate costantemente di mano, hai tante cose con cui giocare, ai vari livelli di sofisticazione che hai loro assegnato: plasmi, postuli, promuovi, moduli, destini. Assumi i tuoi apprendimenti e dispieghi i tuoi accumuli? Ricerchi i tuoi concetti dove puoi, spendi il tuo tempo, contempli le diverse possibilità, giri attorno alle tue figure. Assisti allo sfiorire e rifiorire corticale dei mondi sul varco di manufatti concreti e simbolici arbitrariamente malleabili, rinfrescabili, ricomponibili nel tuo sguardo in concatenazioni di senso: anche qui, ora, a ridosso di un’allegoria rassicurante o di una cognizione di conforto, assestata tra penombre e lampi di calore, con i gomiti appoggiati ai panconi di cotto tra le andane…
Puoi forse concepire cose che non abbiano forma o colore? Stagioni di congegni compulsivi, ingranati l’uno nell’altro e a cui affidare le tue sensazioni, prosperano e si ripercuotono, cos’altro c’è da impartire? Meglio reiterarne il gusto o deprogrammarne il bisogno, dare vacanza ad algoritmi e fattispecie? “La luce dorata del tramonto distendeva la città dentro le sue proporzioni”, gli oggetti dalle mille facce fuggono verso la loro unica immagine: non sei attribuita ai tuoi intendimenti né a nulla di tutto questo, adesso o tra qualche tempo sarai pronta a diradare tutte queste maglie…
Senza più sceverare, arguire, soffermarti, non più intenta a rintracciare opzioni, a graduare, ad azzardare una spiegazione: incline infine a camminare sui palmi, ad accendere fuochi, a scommettere e indovinare senza posa. Affrancata da ragioni conclusive e stipulazioni limitanti, distolta da ogni autosomministrazione di significato, non più sottoposta a imperativi o sollecitazioni; non più occupata a elaborare enunciati autoconsolatori, a mettere a punto i disimpegni, a cercare di non morire. Sei presente invece alla tua percezione e sostenuta dal tuo stesso slancio: con il favore di osmosi incessanti, nell’agio di delineare azioni o eventi momentanei senza definire attività e andamenti a lungo raggio, o suscitare schemi generali di significato; libera da ratifiche epistemiche e da autoconferme, avendone disinnescata l’impellenza, nell’assenza di paure convincenti, non più posta sotto alcun segno.
Ultimo esempio
Ci conosciamo da milioni e milioni di anni.
Rolando Toro
Viviamo sotto le stelle e ogni individuo rappresenta la specie.
Satprem
Perché l’esperienza che hanno del mondo è il mondo di cui hanno esperienza. Qualcosa si dispiega. C’è chi vi corrisponde, è già persuaso, dalla propria fiducia trae nutrimento e ne fa parola; e c’è chi si sta ora affacciando. Altri si scostano e si riaccostano – li vedo attorniare, fare spicco, hanno preso a sfavillare… Quando qualcosa di vivo li attraversa, quando tutto diventa semplice, luminoso, sorprendentemente evidente: se strappi radenti di totalità ottica cospargono la traiettoria degli sguardi – ecco la luce pulsante dei colori! – e siccome, nei segni della loro sintonia messe in opera le doti dei temperamenti, la gioia degli incontri prende luogo; questo sì, quello sì e la risposta non merita alcuna domanda. Qualcosa si può immaginare… Persone. Come abbondano delle risorse della propria vitalità abbondano di gesti d’entusiasmo, danno passo a una più pronunciata convinzione d’esistenza, che occasioni di liberalità e vibrati spinali attivano e catarsi mai trascorse irrorano, consacrano i casi della realtà alla profusione. Presentono e in ogni posto trovano culmini unanimi: presso la campagna bianca dei bocci, nella circolazione di corsi d’acqua permanenti, all’altezza dei frammenti cosmici, lunghe trecce di petardi, per cangianti matrici di argomenti; vanno disponendosi o sfilano precisandosi, decalcandosi su strade frequentate che senza intervalli aggallano in giochi di probabilità il cui contenuto è un’opinione, sulla cui base tutto ha facoltà di svolgersi nei limiti impalpabili quanto dispiegati di una ricchissima fatalità… Ogni volta che sbattono le palpebre l’immagine è diversa, ogni nuovo incontro suggerisce una potenziale direzione e l’opportunità è ovunque? Li fa ridere, questa profusione. Per tutto il mondo agiscono, trovano, collaborano devolvendosi a trasformare gli ostacoli in possibilità; contribuiscono, aspergono semi con una decenza ineluttabile tra fondachi, stampiglie e tutto quello a cui si sentono direttamente interessati profonda per quanto si estende il raggio visivo. Ciò che esprimono è la loro realtà, la loro esperienza è chi sono, curiosità e interazioni inclinate su un palinsesto di animazioni, flussi materiali e lembi di comunanza rappresi nella rosa spaziale di questa stessa animazione intensità di toni per intensità di toni le cui combinazioni rientrano in un repertorio infinito…
Musiche remote attraversano la città velata dalla notte; di chi sono questi suoni? Sono i suoni degli uomini, come se niente fosse mai esistito, o saputo, o capito se non questo trasalimento… Vespe carpentiere, gechi saltatori e scoiattoli volanti – là fuori da qualche parte – conoscono anche loro la placida dignità di momenti come questo? Cosa puoi o non puoi raccontare? Che cosa vuoi sapere? Dimmelo così, senza alcuno steccato lineare, gli orli al vento, soleggiata dalla liquida solennità del lume lunare, o altrimenti cantando a gola spiegata per motivi non constatabili – non per rivelare qualcosa né per mettere in moto qualche azione particolare, superando costantemente te stessa in effetti liberi. Nei termini del sottofondo ritmico formato dalle voci degli ultimi passanti, dal tintinnio delle stoviglie e dal vento di montagna nella veneranda mole dei castagni all’angolo, oppure ancora delle cadenze delle scimmie rosse, che urlano dal fitto baluardo di arborescenze d’incrocio sconosciuto a loro congeniali nella tenebra equatoriale… Forse è davvero così, quello che percepisci lo percepisco anch’io. Una maratona di ballo, la vita vista assecondata dalla vita, florida, benevola, gocciata da un fatto giornaliero di verità epidermiche – e dalla provvista regolare di piccoli frammenti di tempo, di eventi senza inizio né fine incessantemente forniti di nuovi risvolti, da cui pure l’intero, e quanto si stabilisce e decorre nella cera dell’unico corpo, non si lascia distrarre –, e le durate infine si corrono incontro. Un cortocircuito, per cui ogni cosa sembra riconoscersi e può soltanto essere vissuta, nessuna parola essendo reale… Tutto questo; stella che fila su stella. Non voglio aggiungere altro.
Testi di Roberto Cavallera
di Xxx
Roberto Cavallera
Testi da Cinque casi d’amnesia
(inedito)
sospensione dei vitali che a dirla così sembra facile. accompagnateli al castello. splash. attività clebbino. come riscuotere. tutto trema. radiodiffondere l’interesse generale. il dispositivo ha un livello che se muovi i fili giusti insomma hai capito. alle basse ne succedono di tutti i colori e su pellicole impagabili. se dai molto ricevi troppo è la logica, dilaga, ma si disperde in mille rivoli. contali da adesso, macbetto
paura a grappolo lapis e atti mancanti. particole alate sbattono il capino alle volte. intranet scrotty la sabbia attorno al lago sollecita x a veloci consultazioni del greimas. la vacanza sul sito provoca valutazioni incomplete. non fate nulla. z, un po’ sottotono, cortocircuita la coppia dell’anno. tablette érotique à quatre personnages (trois). tubi di memoria. la città esplicita offre natali eccezionali secondo standard eccezionali. scarica e ascolta
dicono non è il caso è l’antiscienza infatti l’apertura appare composta di due parti per la struttura intera. vernice su lino. la storia non è difficile da ricordare, basta scegliere. fare i bagagli disfare i bagagli. semplice. da selftapes selvaggi e inarrivabili. alla quarta scissione l’osso – estraneo fini più candidi – si rivela episodio d’impazienza. introduzione all’etere. pretese del droide. il sig. xdeep images ci deve ancora dei solidi. queste ignobili dimensioni. l.b. ne racconta una all’equipaggio. netscape united
contro il peso della legge soluzioni di superficie. isola sentimentale inquinata dal risolto con disegnetto animalvegetale offre indizi piste tracce profumi e febbri irresistibili ma il traduttore è di piccola conduzione e non s’accorge delle differenze 1/2 full stupore artistique no contatto handfully sospendi riprendi
il passato è inevitabile. per alcuni un episodio locale, per altri una macchinazione. dig it non fungible toy ken volume 2 tazza che gira. al monviso tre bellezze della fotografia moderna stese al sole tette al vento. parametri incomprensibili per la morale odierna. 6 in tutte le materie. l’eternità al momento è crudele. burned downton ressa al parchetto
oltre la manutenzione. ordine sviluppo contratti già pronti firme sgorbiette segnature esemplari doll party o il problema amico patto conveniente con l’internet alternativo la connessione predittiva entra nel tinello ma è un fiasco. cult magazines perdono il primato. rapporti binari per la padrona chiusa nella gomma due volte/mese desidera il contatto. karaoke con la mano. dislivello maggiore nel mezzo. un decennio stupefacente. danni alla revisione. differenze d’assortimento. intro al divario in otto minuti impressionati. allineamento dei numeri stasi o perfezione
Due testi di Felice Vino
di Francesco Muzzioli
Felice Vino
Da: Neutropoli
(Zacinto, 2023, copertina di Antonio Syxty)
*
Emmeuno è vecchia e sferraglia, è asfittica. Una sfregiata madonna di Bibbiano chiede conto del silenzio, del corrotto silenzio adrenocromico: copie vendute? Lo ignoro.
La città della mia epidemia millenarista, fantasie di zombie a pascere dentro sere viola.
Emmeuno profuma di barre anodizzate, sedili in plastica, gomma e smarrimento: non è così che doveva finire.
*
Chi ha avuto fame, chi divora
quella che mastica e sminuzza l’aria.
Quella è vuota.
Otto semi spurgati e inghiottiti
che si possono contare con pazienza
la pelle più liscia,
il pelo più lucido,
lucido lucido,
liscia liscia.
Amore che splendore
hai un buon odore
lei è una stronza
call in entrata.
Li odia tutti,
inadatti allo scopo.
Si spacca in due, poi si divide
si separa e straccia
addenta un seme, un perno
e ci riesce,
devi punire, amore
che bella pelle
ha pianto in silenzio
ma di brutto
altitudine incerta, in ascesa per noia
tre atmosfere di tacco
altre due sulle mandibole
ASAP la spesa
la consegna a domicilio
in consegna volontaria.
Sarà come chiudere il giorno
bocca a bocca, serrate
i due lati del tubo,
tenere tutto, far silenzio,
tirare via il fuori e pure il dentro.
Due testi di June Scialpi
di Xxx
June Scialpi
Da: Condotta del simbionte
(Collana Isola, 2023, illustrazioni di Majid Bita)
(ii)
La rabbia è la notizia successiva
un’àncora aperta alla fine dei muscoli
gettata attraverso l’epidermide contro
l’altra pelle nascosta. Quando raggiunge
l’innervatura lascia che il confronto sia
brutale, che spaventi il sistema a morte. Le ramificazioni
non conoscono riposo, il lavoro sottostante
è un moto perpetuo – eppure anche quelle
bloccano il flusso sconvolte da tanta espressione violenta.
Avrebbero preferito scoprirla per natura
dialettica, un giorno come un altro, venire fuori
dalla bocca come una storia.
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(ii) ver. 2
Ti sei trascinato sulla salita come un’impronta nel cemento la tua mole faticava ad assestarsi e rallentare non volevi arretrare. Camminarti accanto sembrava una sorta di miracolo assistere a una benedizione come quando vedi certe bestie giganti venire venerate e poi sprofondare nel fango e pensi impossibile.