Antonio SyxtyCustomer care (Selected items)
(anche detta) La mostra della mia vita
a cura di Gaia Passaler e Roberto Borghi
ADEC ARTE
Via Edmondo de Amicis, 28 Milano
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FOLINI ARTE
Via del Sole, 13a Lugano
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dal 24 Ottobre al 15 Gennaio
Opening Giovedì 24 Ottobre alle 18:30
Via Edmondo de Amicis, 28 Milano
Per tentare di comprendere il senso di questa mostra dobbiamo soffermarci sul titolo che Antonio Syxty ha voluto darle.
Customer care corrisponde all’espressione italiana “servizio clienti”: di primo acchito la dimensione alla quale rimandano le opere in vetrina è effettivamente quella del commercio nei suoi aspetti più suadenti e conturbanti. Se però isoliamo i due termini di cui è composta la locuzione, vediamo delinearsi un ulteriore orizzonte semantico. L’odierno customer è un lontano discendente del cliens latino, ovvero il plebeo che si legava al patrizio in un gioco di dare (consenso, ossequio) e avere (protezione, benefici) dai risvolti coercitivi e insidiosi. Care letteralmente significa “cura”, una parola che, nel nostro caso, può anche essere intesa nell’accezione “alta” e spirituale proposta, ad esempio, dall’omonima canzone di Franco Battiato, ovvero un atteggiamento di dedizione all’altro che sfocia nel metafisico. Inquadrato in una prospettiva ancestrale, quindi, customer care si rivela un titolo per metà allarmante e per metà potenzialmente sublime che, in entrambi i casi, attinge dalla psicologia del profondo. Le opere in mostra sono dei selected items, dei “lavori selezionati” all’interno di una serie composta da dieci esemplari. Le altre opere del ciclo Customer care rimandano anch’esse a un’iconografia di natura pubblicitaria, ma in una declinazione tecnologica, astratta e un po’ sibillina. Invece i tre dipinti in vetrina annunciano in modo parecchio urlato, come avviene tuttora con certa cartellonistica commerciale, che è in atto una svendita di selected life items, vale a dire di “vite selezionate”. Quali vite? In prima e metaforica istanza, delle esangui piantine che fronteggiano i dipinti; per esteso, degli esseri viventi nel loro complesso. Chi potrebbe negare, soprattutto di questi tempi, che la vita è ormai diventata una merce in saldo? Senza alcun dubbio questa da Adec è, per Syxty, la mostra della sua vita. Un artista che da decenni indaga i risvolti minacciosi, ma allo stesso tempo illuminanti, della pervasiva mercificazione dell’esistenza che cosa potrebbe voler di più dello stare in vetrina?
Resta da interpretare la scelta di porre a epigrafe dell’esposizione un passo della Prima lettera ai Corinti di Paolo di Tarso. Qualche appiglio può essere fornito dalla data di realizzazione dei dipinti. Attorno al 2017 Syxty ha iniziato a progettare una serie di temerarie performance (poi allestite a partire dal 2020) in cui la sapienza evangelica si contamina con l’immaginario consumistico, in una conturbante ed efficacissima mescolanza. Il marchio di fabbrica della produzione scenica syxtyana è da sempre l’oracolarità: un giorno, stando a ciò che sostiene Paolo, vedremo le cose faccia a faccia, ma ora non possiamo che rapportarci ad esse per enigmi. Può darsi che, al nostro artista, questa situazione non dispiaccia affatto: in fondo anche lui, come ha scritto una volta Alessandro Mendini, è un enigma.
Roberto Borghi
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festivalhors@gmail.com – entro e non oltre il 05 maggio 2023