IL FRATELLO DELLA SIGNORA LILIA

Ho dei vicini di casa, come tutti del resto. Qualche coppia con bambini, pensionati, famiglie con figli adolescenti. Ognuno si fa i fatti suoi, come tutti del resto. Poi c’è lei, la signora Lilia che vive con il fratello, tutti e due anziani. Lei è una vicina di casa da manuale. Quella che ti presta il sale, quella alla quale dai la delega per la riunione condominiale, quella che ti ricorda che domani leggono il gas. Due o tre anni fa rientrando a casa, vedo i paramenti a lutto sul portone. E’ morto suo fratello. Io non sapevo quale fosse il suo nome di battesimo, l’ho sempre chiamato “il fratello della signora Lilia”. E allora ho pensato che fosse giusto essere presente al funerale. Così eccomi in chiesa. Non c’è tanta gente, ho fatto bene a venire. Alla fine della funzione e prima dell’uscita della bara dalla chiesa, la signora Lilia passa a stringere la mano agli intervenuti e quando è il mio turno mi dice “è stata davvero gentilissima, non mi aspettavo proprio di vederla!”. Intanto la bara comincia il suo passaggio lungo la navata. E dietro la bara, lui “il fratello della signora Lilia”. Vivo e vegeto. Scopro così di essere andata al funerale di uno sconosciuto ovvero dell’altro fratello che da anni viveva in un ricovero per anziani. Quest’anno, ad aprile, è morto anche lui, “il fratello della signora Lilia”. Non sono andata al funerale. Ho preferito ricordarlo dietro e non dentro alla bara.

Dal 24 al 29 ottobre “L’Inquilino” è al Teatro Litta
adattamento e regia Claudio Autelli – con Alice Conti, Michele Di Giacomo, Giacomo Ferraù, Marcello Mocchi

Il romanzo di Topor che ha affascinato anche il regista Roman Polanski, da cui l’omonimo capolavoro cinematografico, è un avvincente thriller psicologico.
Una metafora dell’intera società, una battaglia interiore con le proprie paure.