Pasquale Polidori risponde a 9 domande su/per Esiste la ricerca
di Xxx
Un ‘questionario’ unico viene proposto a diversi partecipanti a Esiste la ricerca. È lasciata la massima libertà nel rispondere (o non rispondere) via mp3, ma è richiesta una serie di condizioni in linea con la natura estemporanea di ELR: i vocali non devono essere ‘preparati’, letti, né (poi) editati, né in sostanza pensati come elementi di una ‘intervista’ calligrafica, bensì pronunciati al microfono e registrati così come nascono. Alle 9 domande che seguono risponde in voce Pasquale Polidori.
- Hai partecipato a ELR (quale dei 3 appuntamenti?): come ti è sembrato e che riscontro/parere dai dell’iniziativa?
- In sintesi come come definiresti gli appuntamenti di ELR?
- Quali i PRO?
- Quali i CONTRO?
- Pensi ci sia bisogno di incontrarsi dal vivo per parlare di ricerca nell’ambito delle scritture poetiche? E perché?
- In che modo una zona di riflessione e scambio come quella ipotizzata da ELR può essere utile alla tua scrittura? (E se lo è)
- Se ci fossero prossimi appuntamenti di ELR quali sono temi e argomenti che si potrebbero affrontare dal tuo punto di vista?
- Quanto è importante per te che esista un’ambito critico/confronto per ELR?
- Quanto è importante per te un confronto generazionale fra autori in ELR?
Testi di Carlo Sperduti
Carlo Sperduti
Due inediti
Domestiche
Inizia con un piatto. La spugna, dalla circonferenza, centripeta di schiuma.
Un suono elettronico a distrarre, la presa allentata. Il piatto sul cotto esagonale e le mani in frantumi.
Continua a gocciare porcellana, a sporcare il piatto, il cotto intorno, i polsi interrotti scogliere da cui precipita il finora.
Sciogliere.
Il cane dal trauma infantile.
Rimasto da solo nel giardino della villa per un mese, una vecchina a portargli da mangiare, senza contatto, due volte al giorno. È diventato aggressivo.
Quando il ragazzo rientra di notte, quando infila la chiave nella toppa del cancelletto pedonale, di fianco al carrabile, il mezzo giro attiva il cane che gli corre incontro ringhiando, puntando coi denti ai polpacci.
Gioca a sbranare. Il ragazzo gioca ai calci in pancia. Qualche buco nella carne, qualche risuono nella gabbia toracica del cane.
Rientrare lottare.
Se dall’interno apre la porta sul giardino si trova nel giardino. L’ansimare del cane, ancora rientrare.
I moncherini del padre aguzzi, da limare, depilare le stoviglie.
Rispondere ricerche.
Confinandolo nel giardino di sotto, reti a impedire le scale, l’inquinamento acustico del cane sopravanza il disagio dei suoi attacchi. Gli si restituisce il libero accesso a ogni area attorno alla villa.
Arriva l’inverno, ci si rifugia nel camino dando fuoco al tinello.
Vivere continuare.
Il ragazzo dal cancelletto s’avventa sul cane che scalcia, punta alla gola, gioca alla lotta. Riesce ad azzannarlo, continua, lo mangia finché può. Ne lascia a terra più della metà. Non lo porta in casa, non lo conserva in frigo, non lo cucina.
Rientrare sprecare, tutto da pulire.
Insolvenza
Ancora grattacieli spontanei in giardino: li puoi osservare dalla finestra della cucina, mentre lavi i piatti, le spalle al tavolo e al tagliere: un quadretto, se una camera ti riprendesse da dietro, con questa luce tenue e il sole di taglio, calante, le sponde sulle vetrate tra i gambi degli edifici, i tronchi che quasi s’ingrossano a vista d’occhio.
I microbombardamenti vanno diradandosi come da annuncio postale: s’interromperanno per debito, sicché il giardino non viene mai liberato del tutto e anzi andrà peggiorando fino alla saturazione: solo qualche crollo o piccola catena di abbattimenti, timide azioni a contenere, personaggetti precipitanti da piani a due o tre zeri, minime poltiglie fra gli steli delle rovine che non bastano neppure a fare melma, non segnano il tempo. Ecco che ne spunta un altro: un cucciolo di storage building tutto orizzontalità, sperso tra afflati gotici che non gli appartengono.
Dalla cantina incominciano i tonfi: prevedi nuovi lividi alle pareti ma non hai le giuste corde in gola per sgridare l’avvocato Ferretti, incatenato sbaglio sotterra. D’altra parte Ferretti non possiede energie bastanti a ferire davvero la casa, a tentare di essere partorito: segregato si autosfianca e tutto quel che puoi fare è mantenerlo in previta tra un cliente e l’altro per non incorrere in sanzioni.
Da un eliporto a ovest va coprendo il giardino per avvicinamento un velivolo da cui Goliarda si lascia cadere centrando la serratura, mentre la visione torna: ultimi giorni di campo largo. Bisogna impedire a Goliarda il suo tic boccale, quel suo spalancamento risucchiante che ha già divelto quattro imposte e un sanitario: le lanci una mano in bocca, appena in tempo: quella si chiude a tacerla e l’altra continua al lavello.
Quando l’uomo soglia entra nell’inquadratura vorresti svegliarti ma l’hai già fatto, casa causa pausa paura.
Testi di Giulio Marzaioli
Giulio Marzaioli
da Un giorno
(inedito)
Alle volte accade che uno dei due corpi si trovi senza orientamento all’interno dello spazio notturno. Laddove confidava che permanessero come punti cardinali una gamba o il piede del corpo altrui, trova invece un cuscino, il lembo di una coperta, la superficie liscia di un lenzuolo. Evidentemente il sonno ha consentito che non fosse rispettato l’accordo di affidarsi alla notte, purché assieme. La scoperta dell’altro corpo rannicchiato al lato estremo del materasso interrompe il flusso dei minimi eventi notturni (il passaggio di un’auto, un cane che abbaia dal giardino del palazzo di fronte, il bagliore di un lampione che muta di intensità). Qualora tali eventi continuino ad accadere, essi non trovano comunque echi o riflessi all’interno della stanza. Occorre che i due corpi riprendano un contatto perché gli eventi tornino a circolare.
*
Quando la stanza non è sufficientemente convessa per trattenere il sonno o quantomeno la distrazione di un risveglio, la percezione viene dislocata laddove qualcosa di più emergente accade, ad esempio su piano strada. In questo caso non è tanto il passaggio di un’auto o di una moto che ci trattiene, e d’altronde non potrebbe essere altrimenti, data la fugacità di quei transiti. Magari è l’albero su cui molti hanno svuotato la vescica e anche adesso qualcuno approfitta e viene sublimato soltanto l’effetto sonoro di uno scorrimento; neanche la strada si scompone, confidando nella pioggia. Oppure il rovistio sommesso di un gatto tra i sacchi della spazzatura lasciati a terra o ancora una busta vuota mossa da raffiche di vento che delinea nello spettro delle frequenze notturne ogni inizio del suo moto e ogni ricaduta a terra. Sono campi gravitazionali che rischiano di piegare le pareti della stanza e far scivolare tutto nella loro temporanea centralità, se non fosse per l’estremità di un piede che, inconsapevolmente improvviso e delicato allo stesso tempo, sfiora una gamba del corpo altrui. Il perimetro è ridefinito, siamo ancora dentro la stanza.
Testi di Michele Marinelli
Michele Marinelli
Dieci testi
land’s end
per quanto possibile, tutti coloro che, vengono, divinità, ventole, immagini, cosa è andato, passi a posto per mangiare, melodie, in alcuni casi appeso a un piede.
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Bright light, big c.
diventa fibrillante, perché, poi è chiaro, queste esperienze si portano, anche.
*
aw
il gioco è fatto, impermeabile, far sì dovrebbe e dire: all wrong, ancora: codice, singolo, ragionevole, economico super, per tutto è permesso, (in spite of me), pilastri, stanza sul retro,
qualcosa di così strano, non freddo.
*
@wt
la soluzione ideale per incontri pubblici, eventi culturali, politici, consigli comunali o per partite di calcio, pallav
*
It
impianti di COLLASTIN, rapporti emozionanti, contrario al fare. la scadenza, l’abolizione, vogliamo azionare l’italiano. stasera facciamo i chiodi.
*
Shake
ancora (è tutto, ritiene) ha dovuto trovare quel baud speso poiché sembrava doppio triplo come i terzi sulla vecchia vaniglia che fa funzionare un numero significativo di dei, dio li vieta ma nei programmi ancora un altro insetto degno di inclusione, in effetti nessuno fa altrimenti ma ciò nonostante nonproblems la posa semplice paga, la vostra esposizione è parte inferiore: istinto naturale – voluto chiesto un lampone – non è l’uscita esce ha – chiarito il tema.
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Hi
quando – no – out of out – taglioritaglio – ho e chiedo – all’uomo la cura plunger – lontano da casa old lady isle – ciò che mi spetta – assillo – I will I will I do I do.
*
83
per che cosa vuoi. sto parlando degli anni. poi comunque: le reti, le sensazioni, appena come liquore, molto più. là è normale. al massimo del legno.
*
2°
Jesus comincerà a credere –
descritto l’asse – 2° sett –
fare questo è mente – e talvolta –
SUBMIT
KILL
*
Exif
Purtroppo non è stato trovato nessun documento con il testo indicato.
- Assicurati che tutte le parole siano state scritte correttamente.
- Prova a diminuire il numero di parole in caso di ricerche estese.
- Prova a cambiare i termini di ricerca.
- Utilizza termini di ricerca più generici.
Testi di Alberto D'Amico
Alberto D’Amico
Talune poesie
(inediti)
sì ma è una bella giornata
oggi ho comprato questo articolo
molto interessante
su di lui non lo sapevo ma
che mi fa impazzire i profili perfetti
per la prima volta che non ci credo ancora
non mi ha risposto al tweet precedente
***
grazie è una bella giornata oggi
pomeriggio alle ore di matematica non mi hai
detto tu sei una forza della natura e poi
non so che è il tuo numero in privato
il mio amico di tutti noi abbiamo già finito
il libro che mi piace molto bello
che ti piaccia il suo libro di torino
è una delle cose più importanti per
la prima volta che non ci credo ancora
non mi hai dato un bacio sulla fronte
e poi
non mi ha risposto prima di andare al concerto
***
non lo è una bella giornata oggi pomeriggio
vado al concerto di un po’ più tardi a scuola
***
ma non è un po’ di tempo fa mi re do re mi fa impazzire
ma non mi hai detto che mi piace molto il tuo
numero uno
***
sì sì una volta il tuo profilo e mi ha fatto un sogno
è un altro che la tua bio è bellissima
***
stasera è stato bello che sei una persona
con cui si parla della sua vita privata di più
di una volta che la cosa è successo con la sua famiglia
di te non mi hai detto che è il giorno dopo giorno
prima volta che non mi ha fatto sapere più niente
***
non mi hai detto tu che dici che mi fa male
il tuo invincibile era una battuta che mi fa pensare
a una mostra collettiva che è il giorno prima del concerto
***
come facciamo a smettere,
non sono riuscito a completare l’incarico di presidente del municipio
per me non mi hai dato un senso alla vita
e poi ti scrivo dopo aver letto la mail di conferma
per la prima di andare al cinema
***
e io non sono
un bel tipo
ma invece mi rallegro
sempre più
nel giorno mesto
nel meriggio futile